X sulla guerra: 92 milioni di visualizzazioni per i post incriminati

Lo ha scoperto NewsGuard, l’organizzazione dedicata al monitoraggio della disinformazione: X, precedentemente noto come Twitter, permette la pubblicazione di notizie fuorviati sul conflitto israelo-palestinese.
Le indagini di NewsGuard, come riferisce Adnkronos, si sono concentrate su 10 account di X con oltre 100.000 follower ciascuno, identificati come i maggiori diffusori di fake news sulla guerra.

Si tratta di utenti ‘premium’ quelli cioè che pagano un abbonamento al social e hanno il badge blu, che hanno pubblicato contenuti che promuovono teorie cospirazioniste riguardanti la guerra di Israele ad Hamas.
I post ‘incriminati’, seguiti dall’organizzazione dal 13 al 22 novembre, hanno totalizzato oltre 92 milioni di visualizzazioni. Insomma, il social di Elon Musk continua a far parlare di sé.

Diffondere informazioni errate e fuorvianti

L’indagine condotta da NewsGuard solleva quindi preoccupazioni riguardo alla diffusione di informazioni errate. 
Veena McCoole, vicepresidente delle comunicazioni dell’organizzazione, ha espresso preoccupazione per il fatto che questi post sono pubblicati con l’intento di promuovere informazioni fuorvianti o discorsi d’odio, e che tali contenuti possano essere eleggibili per un programma di condivisione delle entrate pubblicitarie di X.

Il rapporto ha anche evidenziato la presenza di pubblicità di aziende come Pizza Hut sotto questi post controversi. E ciò solleva interrogativi su come X gestisca la pubblicità in relazione a contenuti potenzialmente nocivi.

Dubbi sulla politica di condivisione delle entrate

La situazione è inoltre aggravata da recenti azioni legali intentate da X contro Media Matters, dopo un rapporto che mostrava contenuti pubblicitari di grandi aziende associati a messaggi pro-nazisti.
Interrogativi simili sono emersi riguardo alla politica di X sulla condivisione delle entrate.

Elon Musk aveva precedentemente dichiarato che i post corretti attraverso lo strumento di moderazione crowd-sourced Community Notes non sarebbero stati idonei per la condivisione delle entrate. Tuttavia, il rapporto di NewsGuard mostra che questa politica potrebbe non essere applicata in modo coerente.

Un “Accordo Utente” complesso e ambiguo

Ma il rapporto di NewsGuard mette in luce anche la complessità e l’ambiguità dell’Accordo Utente X, che a volte sembra riferirsi a un singolo documento, mentre altre volte a un insieme di regole distribuite su diverse pagine. Questo rende difficile per gli utenti comprendere pienamente quali comportamenti siano in violazione delle norme della piattaforma.

Le rivelazioni di NewsGuard appaiono particolarmente rilevanti in un contesto in cui la disinformazione online può avere impatti reali e gravi sulla società. Il ‘caso X’ mostra l’importanza di una governance trasparente e responsabile delle piattaforme di social media, soprattutto quando si tratta di gestire contenuti potenzialmente dannosi e le loro implicazioni economiche.