Giovani e lavoro: la figura del tecnico non attrae. Perchè?

Una ricerca di AstraRicerche, commissionata dal Gruppo Tesya, fotografa ambizioni, bisogni e desideri relativi a scuola e lavoro dei giovani studenti tra i 15 e 19 anni in Italia, Spagna, Portogallo, Slovenia e Croazia. In particolare, sul profilo professionale del tecnico permangono da parte dei giovani ancora pregiudizi e sentimenti contrapposti, mentre è una figura che si sta evolvendo per rispondere alle nuove aspettative dettate dall’innovazione tecnologica. E che rimane di fondamentale importanza per un tessuto produttivo centrale allo sviluppo economico del Paese. Oggi infatti le aziende faticano a trovare tecnici e figure professionali specializzate: il lavoro c’è, ma manca la manodopera, e non solo in Italia.

Una professione per niente “cool”

La capacità del tecnico è quella di analizzare, comprendere e prevenire i problemi, e di conseguenza, intervenire direttamente per risolverli. Poiché sempre più aziende sono orientate verso sistemi di manutenzione predittiva, basati sulla teoria del guasto zero, la figura del tecnico si è evoluta in quella del tecnico predittivo, in cui interpretazione dei dati e utilizzo efficace della tecnologia giocano un ruolo determinante. Ma per i giovani italiani questa figura è ancora avvolta da stereotipi: per il 35% ha uno stipendio basso, per il 32% non è una figura professionale stimata, per il 30% non è per niente ‘cool’ perché non ha grandi responsabilità e né deve prendere decisioni, e per il 47% fa un lavoro faticoso. Non solo: per il 41% le scuole professionali e tecniche sono consigliate a chi ha poca voglia di studiare.

Gli indicatori che influenzano la scelta

Per quanto riguarda gli indicatori che influenzano la scelta di accettare o meno un lavoro, per i giovani italiani sono retribuzione adeguata (56%), possibilità di crescita personale (43%) e assenza di precarietà (40%). Nel merito delle competenze, riporta Adnkronos, per i giovani predominano componenti legate alle soft skill, soprattutto la comunicazione, che per i giovani italiani guida la classifica (40%). Seguono la capacità di comprendere il cliente (39%) e la capacità di problem solving (33%), mentre la capacità di apprendimento continuo è al terzo posto (23%).

La scuola e le professioni del futuro

Gli studenti italiani ritengono che la scuola, in particolare quella superiore, dovrebbe fornire non solo conoscenze e competenze in uno specifico ambito, ma anche formare a essere validi come colleghi (58%), ed esaltare caratteristiche caratteriali e comportamentali (44%). Le professioni ritenute più rilevanti sono quelle legate alle nuove tendenze del mondo web: al primo posto, il grafico/designer/web designer (64%), seguito da YouTuber, TikToker, Web Influencer (61%), mentre al terzo posto si attesta l’informatico, sviluppatore di siti web e app (55%), e solo all’ultimo posto il tecnico meccanico, elettronico, commerciale (42%).