In un anno in Lombardia raddoppiano le cessazioni d’impresa: +144,3% 

Secondo l’ultimo rapporto di Unioncamere Lombardia sull’andamento della demografia delle imprese nel terzo trimestre del 2022, in Lombardia aumentano le cessazioni di impresa, che nel periodo considerato arrivano a essere 17.754. Un numero più che raddoppiato su base annua, con una crescita del +144,3% rispetto all’analogo periodo del 2021. L’incremento è guidato dalle cancellazioni d’ufficio messe in atto dalle Camere di Commercio per eliminare posizioni formalmente attive, ma non più operative, che risultano 10.048. Ma aumentano comunque anche le cessazioni dichiarate dalle imprese, sebbene meno intensamente: sono infatti 7.526. Il fenomeno potrebbe rappresentare l’avvio di un processo di ‘smaltimento’ delle mancate cessazioni degli anni scorsi, caratterizzati da bassi livelli di mortalità anche grazie alle misure di sostegno intraprese dal Governo per contrastare gli effetti della pandemia.

All’incremento delle cessazioni si accompagna la stabilità delle iscrizioni

Sempre secondo il rapporto di Unioncamere Lombardia, all’incremento delle cessazioni si accompagna una stabilità delle iscrizioni, che sono pari a 10.630, e segnano una crescita del +0,2%, confermandosi sui livelli pre-Covid. Si tratta di un dato che testimonia la resilienza della Lombardia di fronte al peggioramento delle prospettive economiche. A livello nazionale il flusso di nuove imprese risulta infatti in diminuzione. Dopo sei trimestri di crescita la dinamica fra iscrizioni e cessazioni si traduce però in un calo complessivo del numero di imprese lombarde attive. Con un -0,6% su base annua ora risultano infatti 818.305.

Unioncamere: “un campanello d’allarme”

“L’aumento delle cessazioni d’impresa è un campanello d’allarme: dopo la crisi dovuta alla pandemia, il conflitto in Ucraina e le tensioni sui mercati dell’energia stanno mettendo a dura prova il nostro sistema economico – ha dichiarato il Presidente di Unioncamere Lombardia, Gian Domenico Auricchio -. Se le prospettive continueranno a deteriorarsi, anche la propensione a fare impresa potrebbe risentirne, e il fenomeno potrebbe proseguire nei prossimi trimestri”.

Una dinamica particolarmente intensa nel commercio: -2,6%

La diminuzione del numero di imprese attive risulta particolarmente intensa nel settore del commercio, dove segna un -2,6%, nell’industria, che segna  ugualmente un -2,6%, e nelle attività di alloggio e ristorazione, a -1,8%. Anche il settore delle costruzioni torna in territorio negativo (-1,3%), ma lo stock di imprese edili rimane comunque ampiamente superiore ai livelli pre-Covid. E sebbene il processo di contrazione stia rallentando, l’agricoltura conferma la tendenza strutturale al ridimensionamento (-0,9%), mentre gli altri servizi rimangono il solo settore in crescita, con un +1,7%.