Autonomi in lenta agonia: persi 215mila micro imprenditori

Il mondo del lavoro autonomo sta vivendo una lenta agonia. Da febbraio 2020, mese che precede l’avvento della pandemia, a marzo 2022, secondo l’ultima rilevazione Istat i lavoratori indipendenti, coloro che svolgono la propria attività lavorativa senza vincoli formali di subordinazione, sono diminuiti di 215mila unità. Se 2 anni fa erano 5.192.000, al termine del primo trimestre di quest’anno sono scesi a 4.977.000 (-4,1%). Lo rileva l’Ufficio studi della CGIA, secondo cui questi dati dimostrano che il deterioramento del quadro economico causato dal Covid ha colpito i lavoratori più fragili, senza tutela, privi di qualsiasi ammortizzatore sociale. La parte più debole del nostro mercato del lavoro, ovvero, artigiani, piccoli commercianti, partite Iva, e tanti giovani liberi professionisti.

Artigiani e commercianti pagano due volte il caro energia

L’aumento esponenziale dei prezzi, del carburante e delle bollette potrebbero peggiorare notevolmente la situazione. E se il 70% circa di artigiani e commercianti lavora senza dipendenti né collaboratori familiari, molti di loro stanno pagando due volte lo straordinario aumento registrato in questi ultimi 6 mesi dalle bollette di luce e gas, sia come utenti domestici sia come piccoli imprenditori per riscaldare/raffrescare e illuminare botteghe e negozi. Senza aspettare Bruxelles, pertanto, bisogna che il Governo intervenga subito, introducendo a livello nazionale un tetto temporaneo al prezzo del gas, così come hanno già fatto Spagna e Francia.

In aumento il lavoro “nero”

Dati ufficiali ancora non ce ne sono, ma la sensazione è che il Covid abbia contribuito a incrementare sensibilmente il numero degli irregolari, coloro che prestano la propria attività abusivamente.
È il caso di tanti abusivi che si spacciano per edili, dipintori, parrucchieri/estetiste, falegnami, idraulici ed elettricisti, che in questi ultimi 2 anni hanno provocato una concorrenza sleale nei confronti di coloro che esercitano regolarmente. Secondo l’Istat, l’esercito dei lavoratori ‘invisibili’ in Italia è costituito da 3,5 milioni di persone, che ogni giorno si recano nei campi, nei cantieri, nei capannoni o nelle case degli italiani per prestare la propria attività lavorativa irregolare. Nel 2019 il valore aggiunto prodotto dal lavoro irregolare ha sfiorato i 77 miliardi di euro. 

Chiudono le saracinesche

Sembra che anche la guerra in Ucraina abbia peggiorato ulteriormente la situazione. Se a febbraio di quest’anno i lavoratori indipendenti in Italia erano tornati sopra la soglia dei 5 milioni (5.018.000), alla fine di marzo sono scesi a 4.977.000. Inoltre, la chiusura di tantissime piccole attività economiche è riscontrabile anche a occhio nudo: sono sempre più numerosi i negozi e le botteghe con le saracinesche abbassate 24 ore su 24. Un fenomeno che sta interessando centri storici e periferie delle nostre città, gettando nell’abbandono interi isolati, provocando un senso di vuoto e un pericoloso peggioramento della qualità della vita. Meno visibile, ma altrettanto preoccupante, sono però anche le chiusure che hanno interessato anche i liberi professionisti, gli avvocati, i commercialisti e i consulenti.