Spreco alimentare: italiani più consapevoli dell’impatto sull’ambiente 

Lo attesta la seconda edizione dell’osservatorio commissionato dal servizio di e-grocery 100% Made in Italy Babaco Market a BVA-Doxa: nel 2023 il 96% degli italiani è consapevole dello spreco alimentare globale, e ritiene importante agire come collettività per arginare il fenomeno. Il 97%, poi, pensa sia fondamentale il raggiungimento degli obiettivi Onu 2030. Rispetto ai dati del 2022 rimane stabile la percentuale di chi è a conoscenza dell’impatto che lo spreco alimentare ha in termini di emissioni di gas serra (77%), ma un elemento di novità riguarda l’elevata percezione del legame tra cambiamenti climatici e spreco alimentare. Per 9 italiani su 10 le sempre più frequenti calamità naturali hanno un impatto sulle produzioni, causando perdite agricole e conseguente spreco di cibo.
Rispetto al 2022, però, decresce l’attenzione nei consumi e nella preparazione dei cibi.

Un quarto di italiani ammette di sprecare cibo per scarsa attenzione

Anche se il 78% degli italiani non butta quasi mai cibo, circa un quarto ammette di sprecarlo per scarsa attenzione. Il 57% ha inoltre riscontrato almeno un episodio di spreco alimentare domestico nell’ultimo mese. Le cause? Sono riconducibili alla mancanza di attenzione alla data di scadenza o al deterioramento degli alimenti (59%, +5% vs 2022), alla conservazione poco adeguata dei prodotti nei punti vendita (28%), alla tendenza a comprare troppi alimenti (16%) o in formati troppo grandi (16%), e a cucinare cibo in eccesso (14%, +5%).

Le azioni anti-spreco iniziano dalla spesa sostenibile 

Se verdura e frutta fresca si confermano le prime due tipologie di alimenti soggetti allo spreco, tra le principali azioni anti-spreco attuate dagli italiani l’indagine annovera l’interesse nei confronti degli acquisti in grado di facilitare una spesa sostenibile. In particolare, 2 italiani su 3 gradirebbero particolarmente poter fare una spesa anti-spreco e sostenibile, ma attualmente per 1 italiano su 2 questo non è facilmente fattibile presso i canali abituali. Tra gli ostacoli principali, per il 75% del campione si tratta del tempo e dello sforzo extra richiesto, oltre alla disponibilità di punti vendita, la localizzazione dei negozi, la modifica delle proprie abitudini consolidate.

La GDO dovrebbe essere più virtuosa 

L’86% ha inoltre l’impressione che la maggior parte dei negozi della GDO non vendano prodotti prossimi alla scadenza o con confezioni/etichette rovinate, facendo sì che una grande quantità di prodotti rischi di essere sprecata. Per il 39% degli italiani una spesa alimentare più virtuosa si caratterizza per prodotti anti-spreco, eccellenze del territorio (28%), prodotti sostenibili a livello ambientale (24%) e a livello sociale (9%). E il 54% degli intervistati si dichiara molto interessato a fare la spesa online da aziende che supportano l’anti-spreco, la sostenibilità e le eccellenze del territorio.