Imprese, lavoro, sostenibilità: l’Italia nel 2023 è resiliente, ma…

L’Italia che emerge dal Rapporto annuale dell’Istat per il 2023 è nel complesso resiliente. Un paese capace di resistere alla pandemia prima e allo choc energetico, con il conseguente rialzo dei prezzi, dopo, che segnala una crescita del Pil nel 2022 (+3,7%) trainata soprattutto da costruzioni e servizi.
Una tendenza positiva che sembra continuare anche nel 2023 e nel 2024, seppur con percentuali più contenute. Diversi gli aspetti su cui però l’Italia deve compiere grossi passi in avanti, anche alla luce delle direttrici indicate dal PNRR e della sua progressiva attuazione.

Più innovazione, e inclusione di giovani e donne

Nel mondo imprenditoriale, ancora caratterizzato dalla forte prevalenza di Pmi (solo l’1% delle realtà imprenditoriali è costituto da grandi aziende), diventano di fondamentale importanza innovazione, ricerca e sviluppo. In base alle analisi dell’Istituto di statistica, le imprese che innovano registrano una produttività maggiore del 37%, e se si aggiunge la ricerca e sviluppo si arriva a un +44%.
L’altro nodo critico è l’inclusione dei giovani e delle donne nel mondo del lavoro. Su questo fronte si registrano ancora le percentuali più basse d’Europa. Un dato per tutti: la quota dei Neet, i giovani che non studiano, non lavorano e non si formano, è al 20%, pari a 1,7 milioni di persone (dopo di noi solo la Romania).

Denatalità e welfare

L’Istat rileva peraltro come le donne che raggiungono i livelli più elevati di istruzione rimangano più a lungo al lavoro anche dopo aver avuto figli. La partecipazione al lavoro si lega direttamente, come dimostrato dai dati dell’Istituto, a quello della natalità (lo scorso anno si è registrato il record storico negativo inferiore a 400 mila nascite) e dell’invecchiamento demografico, che modificano direttamente la struttura del mercato lavorativo. L’Istat propone un approccio qualitativo più che quantitativo al welfare, per consentire alle nuove generazioni di fare scelte genitoriali e progettare il futuro.

Ambiente e transizione ecologica 

Grande attenzione viene data nel Rapporto anche al tema dell’ambiente, con le criticità legate soprattutto alla gestione delle risorse idriche, e della transizione ecologica, che può diventare un’ottima opportunità di inclusione lavorativa anche per donne e giovani.
Ma la transizione va guidata in maniera tale da essere socialmente sostenibile e da non acuire le disuguaglianze e la trappola della povertà. Su questo fronte però l’Italia segna anche alcuni punti a suo favore, innanzitutto nel campo delle fonti rinnovabili, dove siamo tra i paesi più performanti, anche grazie al sistema delle incentivazioni. Si è inoltre registrato un rallentamento delle emissioni di gas serra. Buoni risultati anche per quanto riguarda le aree verdi nelle città, le aree marine protette e il patrimonio boschivo, che hanno registrato una crescita consistente.