Ringiovanire si può, almeno di 2 anni e mezzo

Ringiovanire è possibile, un mix di farmaci cancella le “rughe” dal Dna. La buona notizia arriva dai risultati di un esperimento che ha portato indietro di due anni e mezzo l’età biologica di nove volontari. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Aging Cell dal gruppo dell’università della California di Los Angeles.

“Mi aspettavo di vedere un rallentamento del tempo, ma non un’inversione”, commenta il genetista Steve Horvath a capo della ricerca. I risultati hanno sorpreso gli stessi ricercatori, nonostante si tratti di dati preliminari provenienti da un piccolo numero di individui e non da un gruppo di controllo.

Un cocktail di farmaci testato per un anno su 9 uomini di età compresa tra 51 e 65 anni

Lo studio era stato progettato principalmente per verificare se l’ormone della crescita potesse essere utilizzato nell’uomo per ripristinare i tessuti nella ghiandola del timo, cruciale per un’efficace funzione immunitaria. La sua funzionalità inizia infatti a ridursi dopo la pubertà e diventa sempre più ostacolata dal grasso. Test sugli animali avevano mostrato che l’ormone della crescita stimola la rigenerazione del timo, tuttavia lo stesso ormone può anche promuovere il diabete. Nel cocktail perciò la sperimentazione ha utilizzato anche due farmaci contro il diabete. Il tutto è stato testato per un anno su 9 uomini di età compresa tra 51 e 65 anni.

Finora lo stesso risultato era stato ottenuto solo da studi condotti sugli animali

Alla fine del test l’età biologica dei partecipanti è risultata ringiovanita di due anni e mezzo, misurati analizzando i segni dell’età sui geni.

Questa è la prima volta che i trattamenti farmacologici per rallentare l’invecchiamento sono stati sperimentati sull’uomo. “Finora, infatti, lo avevano dimostrato solo studi condotti sugli animali”, aggiunge il genetista e biologo molecolare Benedetto Grimaldi, dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit).

Per il momento, aggiunge, Grimaldi, “questo è stato dimostrato su un gruppo limitato di persone, ma comunque è importante perché è la prima prova diretta sull’uomo e fa sperare che la sperimentazione si possa allargare, includendo un numero maggiore di individui”.

Una vera e propria reversione dell’invecchiamento

L’altro aspetto “abbastanza inatteso – prosegue l’esperto – è che non solo è stato rallentato l’invecchiamento, ma sono stati cancellati alcuni segni che ha lasciato sul Dna, ottenendo la reversione dell’invecchiamento”. In pratica, spiega Ansa, il mix di farmaci usato ha agito come una sorta di lifting genetico, che ha cancellato le rughe dal Dna. Sono state infatti cancellate le modifiche chimiche che si accumulano nel Dna (in questo caso accumulate in due anni e mezzo), e che rappresentano il segno genetico dell’invecchiamento.

Inoltre il trattamento ha avuto effetto sul sistema immunitario. “E anche questo – osserva Grimaldi – è fondamentale perché il sistema immunitario risente dell’invecchiamento”. Tutto ciò “è importantissimo e fa ben sperare – continua l’esperto – perché lo scopo delle ricerche di questo tipo è allungare la vita garantendo il benessere delle persone”.