L’identità digitale sul dark web vale 1.200 dollari

Dai social network alle piattaforme per gli acquisti online, i servizi di streaming per film e musica fino a quelli per la consegna del cibo a domicilio: tutti i servizi online a cui siamo iscritti, e che usiamo quotidianamente più volte, sul dark web nell’insieme possono valere 1.200 dollari. Sulla rete sommersa, dove si vendono anche droga e armi, e si scambiano immagini pedopornografiche in anonimato, la nostra identità digitale vale più o meno il prezzo attuale di un iPhone. A compilare un vero e proprio listino è la società Top10VPN.com, che ha setacciato i principali luoghi dell’online sommerso dove prospera il mercato dei dati rubati dai cybercriminali.

Gli account Apple valgono 15 dollari, ma il servizio più remunerativo per gli hacker è PayPal

Gli account Apple sono tra i più ricercati, e valgono 15 dollari, i profili Facebook 5 dollari, LinkedIn, Twitter e Instagram rispettivamente 2 dollari, 1.66 e 1.28. I profili di Netflix valgono 8 dollari circa, e non manca la compravendita dell’accesso alle caselle di posta elettronica, come Gmail e Yahoo, proposte sul mercato a poco più di un dollaro. Il servizio più remunerativo per gli hacker è però PayPal, l’app che consente il trasferimento dei soldi e i pagamenti digitali, che per tutti i dati personali e bancari contenuti è quotato la cifra record di 247 dollari. La lista comprende anche eBay e Amazon, rispettivamente 12.48 e 9 dollari, e Airbnb, a 10 dollari.

Il giro d’affari dell’online sommerso va da 300 mila a 500 mila dollari al giorno

Secondo i dati recenti, quelli del Rapporto Clusit 2016, il giro d’affari dell’online sommerso ammonta a una cifra compresa tra i 300 mila e i 500 mila dollari al giorno. E nel listino il prezzo di ciascun tipo di profilo varia a seconda di un numero di fattori, come i soldi disponibili sui conti, la facilità di accesso alle informazioni, e la capacità di dirottare l’account per truffe. Top10VPN.com riporta il caso dell’hackeraggio di alcuni profili registrati su app per la consegna di cibo, grazie al quale, oltre al furto di dati, sono stati ordinati in modo fraudolento cibo e alcolici per quasi 180 dollari.

Come difendersi dal furto dei dati?

Si può supporre che gli hacker entrino in possesso dei dati con violazioni dei siti, oppure tramite phishing: email che contengono link infetti, e che una volta “aperte” scaricano virus che estraggono i dati personali. Gli hacker però approfittano anche di password deboli impostate dagli stessi utenti. Per cautelarsi, come spesso consigliano gli esperti di sicurezza, è utile ricorrere a password lunghe e diverse a seconda dei servizi usati, nonché ricorrere all’autenticazione “a due fattori”, che implica due diversi sistemi di verifica delle proprie credenziali.