In Europa solo un terzo dei rifiuti elettronici si ricicla correttamente

Ogni anno sono 9 milioni le tonnellate di rifiuti elettronici generati in Europa. E di queste solo un terzo, circa 3 milioni di tonnellate, vengono trattate nel pieno rispetto della legge. Il resto viene smaltito in modo non sicuro dal punto di vista ambientale. O, peggio, finisce per ingigantire le discariche abusive sparse per tutto il Pianeta. La Francia è il Paese che nel triennio 2015-2017 ha immesso più apparecchiature elettriche ed elettroniche (Aee) nel proprio mercato, con un quantitativo medio corrispondente a 1.487.418 tonnellate all’anno. In seconda posizione il Regno Unito (1.391.642 tonnellate), seguito da Italia (848.011), Spagna (551.947), Olanda (333.785) e Portogallo (141.987).

Francia prima per ritiro dei Raee domestici. Italia all’ultimo per raccolta procapite

Secondo i dati divulgati durante il convegno Raee: sei nazioni a confronto, risulta che la Francia è la prima nazione anche nel ritiro dei Raee domestici, con un quantitativo che nel 2018 è stato di 728.569 tonnellate. Anche qui il Regno Unito è secondo (493.323), seguito da Italia (310.610), Spagna (268.003), Olanda (167.235) e Portogallo (67.692), che però conteggia nella cifra fornita sia i Raee domestici sia quelli professionali.

Il nostro Paese occupa l’ultimo posto per quanto riguarda la raccolta procapite, cioè i kg di Raee raccolti ogni anno per ogni abitante, pari a 5,1 kg/abitante, meno della metà della Francia (10,8 kg/abitante). Sul podio anche i Paesi Bassi (9,7 kg/abitante) e il Regno Unito, con 7,4 kg/abitante. Seguono il Portogallo (6,6 kg/abitante) e la Spagna (5,8 kg/abitante).

Promossi e bocciati

Grazie a un modello multi-consortile regolato, con più Sistemi Collettivi operanti in concorrenza sotto il controllo del Centro di Coordinamento Raee, il sistema Raee italiano, dal punto di vista organizzativo, è considerato una best practice dalla Comunità Europea. Ma il Bel paese registra ancora un gap importante tra i risultati di raccolta e gli obiettivi fissati dalla direttiva europea sui Raee. Nel 2018, riferisce Adnkronos, solo quattro Paesi hanno superato il target di raccolta del 45% fissato fino all’anno scorso dall’Unione Europea, Olanda (50%), Francia e Spagna (49%), e Portogallo (48%). Il tasso di ritorno, ovvero il rapporto tra Raee gestiti e media delle Aee immesse sul mercato nei tre anni precedenti, non è stato raggiunto né dall’Italia, ferma al 37%, né dal Regno Unito con il 35%.

Il problema principale riguarda i “flussi paralleli”

In attesa di conoscere i numeri relativi al 2019, sembra improbabile per tutte e sei le nazioni riuscire a raggiungere il target minimo del 65% in vigore dall’inizio di quest’anno. A oggi però il problema principale nel settore dei Raee riguarda i “flussi paralleli”, ovvero l’ingente quantità di rifiuti elettrici ed elettronici che scompare senza lasciare traccia.

“Nel nostro stesso mercato – commenta Maurizio Bernardi, Presidente di Ecodom, il Consorzio italiano recupero e riciclaggio Raee – operano purtroppo numerosi soggetti per i quali i Raee rappresentano solo una fonte di arricchimento, da sfruttare senza riguardo del bene sociale, dell’ambiente e dell’economia”.