Con la quarantena aumentano gli abbonati ai sevizi video streaming

L’hashtag #ioresto a casa potrebbe andare in coppia con quello #iomiabbonoallostreming. Nelle ultime settimane, infatti, l’aumento di questo tipo di servizi ha raggiunto valori davvero importanti. Certo, la ragione di questa nuova passione da parte degli italiani e non solo è da attribuire alla quarantena che ci costringe tutti a rimanere nelle nostre abitazioni, ma forse questa tendenza è anche l’espressione di quanto i nostri connazionali apprezzino nuove modalità di fruizione di contenuti. E, probabilmente, questo trend proseguirà anche oltre l’emergenza se si verificheranno le condizioni favorevoli. I numeri attuali, comunque, sono superiori alle più rosee aspettative. I ricercatori di Strategy Analytics hanno corretto al rialzo, causa coronavirus, le previsioni per il mercato globale dei contenuti audiovisivi in streaming. A fine 2020 gli abbonamenti a Netflix e servizi analoghi raggiungeranno i 949 milioni di unità su scala globale, 47 milioni in più (+5%) rispetto a quanto stimato in precedenza. Nel lungo periodo, gli analisti prevedono una crescita di 621 milioni di abbonamenti tra il 2019 e il 2025, quando le persone che pagano un servizio di video in streaming saranno 1,43 miliardi. In Cina se ne conteranno 438 milioni, e 342 milioni si registreranno in Usa, dove ad essere abbonate ad almeno un servizio saranno tre famiglie su quattro.

L’impatto del coronavirus sulle piattaforme

Naturalmente, a muovere verso l’alto – o il basso – gli abbonamenti alle varie piattaforme streaming sarà l’evolversi dell’emergenza sanitaria globale. “Un fattore significativo che influenza la futura crescita degli abbonamenti è l’impatto del coronavirus, sia a breve che a lungo termine”, spiega l’analista Michael Goodman, come riporta l’Ansa. “Nel breve termine il coronavirus farà aumentare sia gli abbonamenti sia le visualizzazioni, poiché un numero crescente di consumatori manterrà la distanza sociale o sarà costretto alla quarantena”. Insomma, se le persone sono costrette a casa, è facile che cerchino un più ampio ventaglio di forme di intrattenimento tra le mura domestiche.

Il futuro? Chissà: dipende dall’economia globale

Per quanto riguarda le previsioni a più ampio respiro, rimangono delle ombre. Nel medio-lungo termine, tuttavia, molto dipenderà dalla dal protrarsi della pandemia e dal conseguente danno economico. “Con le aziende che rischiano di chiudere e le persone che vengono licenziate, i consumatori dovranno prendere decisioni difficili su come spendere i loro soldi, e servizi come Netflix, Amazon Prime Video, Disney, per quanto meravigliosi possano essere, non sono essenziali”, ha specificato Goodman. Non ci resta che attendere.